Nebbiolo Prima 2015
Il giorno dei 100 Barbaresco in tre mosse. Seconda: Neive
Di Fernando Pardini • 10 giu 2015 • Rubrica: diVini, Il vino in dettaglio
ALBA (CN) – Che la sessione di assaggi maggenca proposta adAlba nell’ambito del classico appuntamento tardo primaverile di Nebbiolo Prima (ancora una volta distintivo e riuscitissimo, come pochi altri nel panorama nazionale) potesse contemplare una certa numerosità di campioni in gioco, e quindi un certo impegno psico-fisico per il degustatore seriale, era da mettere nel conto. Certo non fino al punto da dover annoverare ben 100 Barbaresco in una mattinata sola!
Tant’è, di fronte alla nomea della denominazione mai perdersi d’animo! D’altronde, la solerte operosità dei sommelier, davvero bravi a districarsi nel marasma delle richieste diversificate provenienti a spron battuto dai tanti giornalisti presenti in sala, ha contribuito non poco al raggiungimento dell’obiettivo: il servizio scorrevole, senza pause eccessive fra una batteria e l’altra, ha dato la possibilità non soltanto di assolvere all’arduo compito dei cento assaggi tuttinfila, ma ha garantito una regolarità di marcia provvidenziale ai fini della concentrazione e del mantenimento “ in tiro” dell’apparato sensoriale degli astanti.
Di scena è andata l’annata 2012, che in Langa come in molte altre parti d’Italia è stata caratterizzata dalla lunga estate calda (ma senza Paul Newman come attore protagonista!). Un millesimo che, tradotto nei bicchieri di quei luoghi, ha un suo perché e un suo “di più” rispetto a ciò che è emerso da un bizzarro ed altrettanto caliente 2011. Rispetto a quest’ultimo infatti, che ha fatto registrare picchi assolutamente importanti di temperatura da agosto, il 2012 è partito a “testa bassa” già da prima, ma ha potuto contare sulle riserve idriche accumulatesi nei terreni grazie a una primavera incerta e piovosa. Un dato di fatto è che le viti di nebbiolo si siano acclimatate meglio al prolungato periglio estivo e abbiano subìto meno stress e “scossoni” rispetto all’annata precedente. Con la campagna, tutto sommato, che se ne è uscita meglio gestibile. Per arrivare ad ottenere gradazioni alcoliche sostenute ma non eccessive, imbrigliate in una struttura adeguata e raramente ridondante. Oddio, qua e là una certa asprezza tannica si affaccia, a comunicare irriducibilità, intransigenza, severità. Inoltre, con questo ultimo giro di stagioni tendenzialmente calorose, stiamo assistendo con maggiore frequenza rispetto al passato alla circostanza per la quale non sempre (non più) dai cru solatii e meglio esposti, che i vecchi avevano storicamente individuato come i migliori per sposare le esigenze del tardivo nebbiolo, provengono i conseguimenti migliori. Non più di altri versanti perlomeno, magari più freschi e appartati, che sono in grado invece di propiziare autentici gioiellini di freschezza e reattività.
Che poi, a far pendere l’ago della bilancia sulla 2012 anziché sulla 2011, è l’equilibrio complessivo, con il piccolo sacrificio di dover sopportare maturazioni fenoliche non sempre compiute e con lo stimolo vagante, a volte pungente a volte meno, dell’alcol. Sì, vini di buona tessitura e bilanciamento questi 2012, certamente non dei mostri di profondità ma in generale più godibili rispetto ai 2011, dove quel pizzico di calore in esubero ne va caratterizzando il tratto gustativo, togliendo quote di agilità alla beva e piena capacità di dettaglio ai comparti aromatici (salvo le immancabili eccezioni, vivaddeo!)
Ma andiamo per gradi, procedendo per comuni. In questa seconda “mossa” inquadreremo il comprensorio di Neive, attraverso una folta rappresentanza di autori e di cru. Un comune non certo avaro di buoni conseguimenti, dove alla sicurezza dei nomi più affermati si va affiancando oggi qualche interessante outsider, a rendere meno prevedibile il panorama e quanto mai stimolante la curiosità verso i versanti, e i “manici”, meno chiacchierati o à la page.
[…]Barbaresco Gallina 2012 – Ugo Lequio
Bell’impatto mentolato, ampio, fresco. Ancora leggermente graffiante nel comparto tannico ma determinato, serioso, ingentilito dagli umori di lampone e violetta. Sempre personale.
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